PERSONAGGI e INTERPRETI
(in ordine di apparizione)
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Myrtle Mae Simmons |
Maria Sofia Romeo |
Maggie Johnson |
Felicia Saitta |
Vera Simmons |
Donatella Fabiani |
Ethel Chauvenet |
Giovanna Oliveri |
Elwood Dowd |
Fulvio Romeo |
Ruth Kelly |
Elisabetta Di Vincenzo |
Lyman Sanderson |
Andrea Morucci |
Marvin Wilson |
Carlo Palozzi |
Nora Gaffney |
Roberta Sorano |
John Lofgren |
Matteo Sposato |
William Chumney |
Massimo Perrotta |
Betty Chumney |
Rita Cotugno |
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LUCI E SUONO |
Andrea Nassi |
SCENE E COSTUMI |
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LOCANDINA |
Carlo Mercuri |
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TRAMA DELLA COMMEDIA
Divertimento ed emozione: due elementi che raramente riescono a coesistere nella stessa commedia e che, invece, in Harvey si compenetrano alla perfezione.
Non a caso, il sorriso gentile e ammiccante di James Stewart nell’omonimo film, tratto dall’opera premio Pulitzer di Mary Chase e che tanti ricordano, incanta, così come fa sorridere.
D’altronde, l’idea che muove il testo è semplice e al contempo geniale.
Elwood Dowd è un tranquillo e benestante uomo di mezz’età che vive nella sua casa di una piccola cittadina americana con l’amata sorella Vera, l’irrequieta nipote Myrtle Mae, la cameriera Maggie (una lavoratrice comunista, in pieno maccartismo, “sic!”) e un amico … “un enorme coniglio bianco alto un metro e ottantacinque, uno e ottantasette per la precisione”, di nome, appunto, Harvey.
Ovviamente, nessuno vede Harvey, tranne Elwood.
Le situazioni che ne scaturiscono sono naturalmente comiche: la miope zia Ethel che non mette gli occhiali perché invecchiano e finge, anzi è convinta di vederlo, l’elegante avvocato di famiglia Nora Gaffney che viene investita e perde la memoria o, ancora, il personale della clinica psichiatrica adiacente casa Dowd - i medici – il razionale Chumney e l’arrivista Sanderson – e gli infermieri – la dolce Kelly e lo psicopatico Wilson – personale che, chiamato per ricoverare Elwood, interna, per errore, Vera.
Ma allo spettatore, mentre questi ride e sorride, anche dell’eterna lotta tra razionalità e irrazionalità, la commedia pone, prima discretamente, poi, sempre più palesemente, una domanda: Harvey effettivamente non esiste o sono, invece, gli altri che non possono o non vogliono vederlo?
E chi è, in definitiva, Harvey, il vero, unico, protagonista della commedia, con cui tutti i personaggi, prima a poi, sono costretti a misurarsi? Un parto della fantasia di Elwood, una fantasia che la sognatrice Betty, moglie del primario Chumney e l’onesto tassista John amano così tanto o, invece, “uno” che “ti fa sorridere”, “uno” che “ti fa sentire per quello che sei”, “uno” che “può fermare il tuo orologio e permetterti di andartene quando vuoi, dove vuoi e con chiunque vuoi, visto che quando sarai tornato, non sarà passato neanche un minuto”?
La risposta è nello straordinario epilogo della vicenda: ma questa sarà poi davvero uguale per tutti?
FULVIO ROMEO |